Inchiesta Covid: archiviate tutte le accuse
17112
post-template-default,single,single-post,postid-17112,single-format-standard,bridge-core-2.3.4,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-theme-ver-22.0,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-6.2.0,vc_responsive

Inchiesta Covid: archiviate tutte le accuse

Dopo tre lunghi anni di processo mediatico e di linciaggio giustizialista, che non dovrebbe trovare spazio in uno Stato di diritto, si è finalmente concluso il procedimento – quello vero e disciplinato dal nostro Codice di rito – originariamente istruito dalla Procura di Bergamo, con l’archiviazione di tutte le accuse elevate nei confronti del Dott. Cajazzo e degli altri dodici indagati.

L’auspicio è che con questa decisione possa finalmente concludersi anche la gogna mediatica cui è stato sottoposto in questi anni il Dott. Cajazzo; gogna mediatica che ha colpito prima ancora l’uomo che il professionista, sulla cui levatura gli addetti ai lavori non hanno mai – fortunatamente – dubitato.

Ciò che lascia, però, perplessi è che, se non fosse stata riconosciuta la competenza funzionale del Tribunale dei Ministri, ci saremmo trovati – molto probabilmente – ad affrontare un lungo processo, fondato su accuse basate più sul risentimento di una città che è stata purtroppo tragicamente colpita da questo terribile virus che su di un reale costrutto giuridico. Risentimento che – seppur comprensibile per i parenti delle vittime – non avrebbe dovuto condizionare le decisioni della Procura orobica.

Il Tribunale dei Ministri nelle 34 pagine con cui ha disposto l’archiviazione del procedimento ha, infatti, riconosciuto la totale infondatezza, sotto un profilo giuridico, di tutte le ipotesi di reato oggetto di contestazione, rilevando come dette contestazioni fossero basate “su una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”. Appare chiaro il riferimento all’elaborato del Prof. Crisanti, Consulente Tecnico della Pubblica Accusa, oggi diventato Senatore della Repubblica grazie alla ribalta ottenuta per aver sfruttato la mediaticità dell’incarico a proprio tornaconto; Prof. Crisanti le cui conclusioni – dopo che lo stesso si era pubblicamente fregiato di avere restituito “la verità agli italiani” –  sono state distrutte prima ancora di arrivare al vaglio processuale.

Ma ciò che lascia ancor più soddisfatti e che consente oggi – laddove ve ne fosse mai stato bisogno – di riabilitare a pieno titolo la figura del Dott. Cajazzo è l’analisi nel merito delle contestazioni condotta dal Tribunale di Brescia, che ha finalmente riconosciuto l’immane lavoro svolto in quei tragici giorni dal Dott. Cajazzo e da tutti coloro che si sono battuti in prima linea contro questo sconosciuto virus, escludendo la sussistenza di qualsivoglia condotta omissiva ascrivibile agli stessi.

Avv. Fabrizio Ventimiglia